Quando facciamo un investimento finanziario siamo fortemente condizionati da quello che sta accadendo o è appena accaduto, anche se è assolutamente chiaro che quello che conta è quello che accadrà. E più i mercati ci danno segnali “forti”, urlando paure o euforie, più rischiamo di starli a sentire. Non ascoltiamo i mercati quando sono “sobri”. Tendiamo ad ascoltare Mister Market (anche perché urla sulle pagine dei giornali o alla televisione) quando è ubriaco o quando è appena uscito da una sbornia. E’ in queste fasi che la nostra “arma mentale” ci serve: dobbiamo riuscire a non farci condizionare. E’ molto difficile. Ma con il giusto allenamento possiamo cambiare strada quando incontriamo Mister Market ubriaco. Invece di dargli retta.
Un primo esercizio per superare i nostri limiti: facciamo il contrario di quello che pensiamo.
Osserviamo il grafico dell’EUROSTOXX (indice azionario europeo, area EURO) dal gennaio del 1999 ad oggi. Ci sono due ovvie domande: quando siamo stati effettivamente compratori di azioni? E quando avremmo dovuto comperare?
Il grafico parla da solo. E se noi facciamo un esame di coscienza (o prendiamo gli ordini che abbiamo passato in borsa) purtroppo alla prima domanda rispondiamo: abbiamo comprato azioni all’inizio del 2000 e poi alla fine del 2007. Non le abbiamo comperate ad inizio 2003 e a marzo 2009. Attenzione, non perché siamo degli sciocchi. Ma perché siamo degli esseri umani. Investire non è intuitivo, bisogna imparare. Guardiamo ora l’indice azionario “allo specchio”. E’ esattamente come prima, ma quando il prezzo sul mercato sale l’indice scende e viceversa. L’idea è semplice: più il prezzo sale più il mercato è caro e quindi minori sono le prospettive di rendimento. Più il prezzo scende meno il mercato costa e quindi più alte sono le prospettive di rendimento. Insomma, l’Eurostoxx allo specchio guarda verso il futuro e ci dice quando dovremmo comperare. Oggi è il momento di vendere o di comperare?